Convento e Chiesa ss.mo Rosario

In origine (1309) v’era una piccola “ecclesia” del SS.mo Salvatore. Nel 1453, a seguito della caduta di Costantinopoli e della fuga dei cristiani verso il Regno di Napoli, questa ecclesia assunse la denominazione di Santa Maria di Costantinopoli. Dopo la vittoriosa battaglia di Lepanto del 1571, si diffuse in tutto il Meridione il culto della Madonna del SS.mo Rosario che aveva protetto la flotta Cristiana. Molte chiese, tra le quali questa di Gesualdo, sostituirono la denominazione originaria assumendo quella del “SS.mo Rosario”. E nel 1577 venne “fondato et eretto” per volere del vescovo, dei decurioni (amministratori) e di tutti i cittadini il primo convento con annessa chiesetta dei domenicani di Gesualdo.

Molto più tardi, nel 1637, su progetto dell’architetto napoletano Giuseppe Nuvolo e con una parte dei fondi lasciati dal principe Carlo Gesualdo nel testamento1613, si avviarono i lavori del nuovo complesso conventuale e della annessa chiesa del “SS.mo Rosario”, grazie anche alle successive disposizioni della moglie di Carlo, Principessa Eleonora, e di sua figlia Isabella e del marito principe Niccolò Ludovisi.  

(Fig. n. 1, prima metà XVIII sec.)

L’attuale impianto architettonico (Chiesa e Convento) risale alla seconda metà del XVIII secolo (1767/1770), quando molto tempo dopo il disastroso terremoto del 1732, vennero realizzate le due navate laterali con quattro altari per ogni lato. Il campanile, che in origine si trovava sul retro, venne ricostruito accanto alla facciata principale.

Con il terremoto del 1980 sono andati distrutti tutti gli affreschi della navata centrale raffiguranti, tra gli altri, la famosa battaglia di Lepanto, ed altri dipinti che impreziosivano la cupola.

L’altare maggiore intitolato alla Madonna del “SS.mo Rosario” è veramente un’opera d’arte per raffinatezza, eleganza e preziosità dei marmi impiegati. L’antico coro ligneo retrostante è anch’esso sontuoso ed imponente. Gli otto altari, quattro per ogni navata, sono in preziosi marmi policromi provenienti in parte anche dalle cave di alabastro di Gesualdo. Tra i numerosi pregevoli dipinti presenti si segnala quello della Madonna di Costantinopoli (sec. XVI) raffigurante la Madonna assisa in trono contornata da angeli in atto di versare acqua sulle fiamme che avvolgono la città di Costantinopoli espugnata da Maometto II nel 1453.

La chiesa è sede dell’antichissima Arciconfraternita del SS.mo Rosario.

 

PS : notizie ed informazioni tratte da documenti e manoscritti dell’epoca rinvenuti presso:

  1. Archivio di Stato Avellino
  2. Archivio Statale Montevergine
  3. Archivio di Stato Napoli
  4. Archivio Segreto del Vaticano

 

Testi a cura di Rossano Grappone, ricercatore e studioso di storia locale.

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